Per me il gioco magico della mia vita è iniziato a soli 10 anni, leggendo un passo sui Nuovi Rivoluzionari, scritto dal giornalista-scrittore Enzo Biagi.
“I Nuovi Rivoluzionari non sono né terroristi, né incendiari, non espugnano la Bastiglia, non stanno dietro le barricate. Ma è gente che ha inventato linguaggi inconsueti in tutti i campi. Sono i giornalisti, i fotografi, i registi teatrali e cinematografici che hanno raccontato la storia di questo nostro tempo difficile. Don Milani fu un rivoluzionario della carità della scuola, Fellini del cinema, Valentino della moda, Strehler del teatro, De Benedetti del giornale, William Eugene Smith della fotografia”.
E poi, una lettera.
La A.
Alla mia prima lezione del corso audiovisivo, iniziato all’età di 11 anni e tenuto dal mio amato Professore Franco Candiloro, mi venne spiegato che è la A è un segno. Un codice linguistico, segni significati che comunicano un significante.
Questi due momenti mi fecero capire che tutto ha un significato in termini comunicazionali e, che per evolversi bisogna dar vita a nuovi linguaggi.
Ed Io, da quel momento, non mi sono più fermata.