Stop Sexting and Revenge Porn

Sono numeri impressionanti quelli che riguardano il sexting, ovvero, l’invio di foto e video a sfondo sessuale.  Una pratica utilizzata, in particolar modo, da giovani adolescenti.

In alcuni casi, a farne richiesta, dietro lo schermo dello smartphone o del computer si nasconde un estraneo, un sex offender.

L’era digitale ha cambiato il concetto di abuso, rendendo più vulnerabili bambini ed adolescenti.

E’ la motivazione che deve essere stigmatizzata, sono in particolare le ragazze ad inviare immagini, credendo di gratificare in questo modo, il proprio partner.

Sappiate dire di no, dovete dire di no.

Il corpo è anima, non un oggetto da trofeo.

Un confine sottile è quello che separa il sexting dal revenge porn, il cui significato letterale è «vendetta porno»: si tratta della condivisione pubblica di immagini o video intimi tramite internet senza il consenso dei protagonisti degli stessi, e che possono essere stati girati con o senza il consenso della vittima.

È un reato. In Italia, la legge contro il revenge porn è entrata in vigore il 9 agosto 2019, con il nome di «Codice Rosso».

Per la vittima, la condanna non avrà mai fine.

Mete Onlus, rivolge un appello a tutte le persone che commettono aberrazioni simili, non fatelo.

Siate consapevoli, la nostra essenza, la nostra intimità sono un tesoro prezioso.

Ciò che lacera una persona, lacera l’umanità.